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Depresso senza forze: 4 alimenti antidepressivi come rimedio naturale

La depressione è una patologia, o forse potremmo dire una famiglia di patologie, che colpisce una fetta importante della popolazione, soprattutto di sesso femminile. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la depressione rappresenta la prima causa di disabilità a livello globale. Nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2015 è aumentata del 18%.

La media italiana, che non si discosta molto da quella europea, è di 5,4 malati ogni 100 persone. Le categorie più colpite sono le donne e gli anziani ma vi è una fetta anche tra i giovanissimi: tra i 15 e i 17 anni si ha un’incidenza stabile di 6 casi ogni 1000 ragazzi. I numeri possono aiutare a cogliere l’importanza del trattamento di questi disturbi, anche se non sono certamente risolutivi.

Per incidere sul problema, ovviamente, è necessario individuare le cause, i sintomi con cui si manifesta e la terapia con cui contrastarlo.

La depressione: una patologia allargata

L’esordio della depressione può avvenire tra 20 e 30 anni ma il picco dei casi si raggiunge nel decennio successivo, che è anche quello più attivo sia sul piano lavorativo che su quello affettivo e famigliare. La malattia, dunque, crea problemi in ogni sfera della vita e diminuisce la capacità di affrontare la quotidianità sia nei suoi aspetti negativi e faticosi sia in quelli positivi. La depressione è una patologia che colpisce non soltanto l’ammalato ma tutta la sua rete di rapporti, soprattutto quelli affettivi ma anche quelli professionali.

Vivere in casa con un depresso significa scendere ogni giorno a patto con la sua incapacità di affrontare ogni minima questione. Non è raro, purtroppo, che la patologia si diffonda ai parenti ed al coniuge proprio per il carico di tensione e difficoltà che comporta.

Anche sul piano lavorativo, la depressione risulta essere distruttiva per la carriera dell’ammalato, costretto ad assentarsi per lunghi periodi di cure intense. Anche al ritorno, purtroppo, spesso rimangono in atto le terapie farmacologiche, e ciò comporta una diminuzione sensibile della qualità delle prestazioni dell’ammalato.

Quali sono le cause delle sindromi depressive

Ad oggi non vi è un quadro davvero completo delle cause che possono portare a sviluppare la depressione ma, dopo decenni di studi, la scienza è in grado di isolarne e riconoscerne alcune.
I fattori scatenanti sono generalmente riconosciuti tra quelli biologici, ambientali, genetici da stress oppure legati ad eventi trascorsi, a malattie organiche oppure all’assunzione continuata di alcuni farmaci.

In realtà, spesso viene individuato più di un fattore; a peggiorare una depressione iniziale possono agire l’alcool, le droghe ma anche uno stress portato a livelli intollerabili per l’organismo.

Altre forme depressione, tutt’altro che meno gravi e debilitanti, sono legate ad eventi luttuosi o comunque alla perdita di figure rilevanti, a separazioni dolorose, a disoccupazione e ad altri dolori personali. Ognuno reagisce a modo proprio a ciò che la vita gli pone di fronte e qualcuno ha meno risorse personali, una minore capacità di ripresa ed è quindi più attaccabile da patologie depressive.

I sintomi che permettono di riconoscere la depressione

Purtroppo, circa il 50% degli episodi depressivi non viene riconosciuto. I primi campanelli di allarme possono essere: mancanza di energia, ipocondria, difficoltà a dormire, mancanza d concentrazione e disinteresse per vari aspetti della quotidianità. Già due di questi campanelli di allarme dovrebbero indurre a richiedere un consulto medico. Spesso il paziente non è cosciente della situazione e fatica a iniziare un percorso di diagnosi e cura.

Il depresso, in sostanza, vede sempre negli altri non soltanto la causa del proprio malumore ma i sintomi stessi della depressione. Il gravoso compito di convincerlo ad affrontare l’ipotesi depressiva e di attivare metodi di cura spetta quindi alle persone più vicine: il coniuge, i figli, i parenti o gli amici.

Cibi per contrastare la depressione

Non è vero che esista una panacea che cura la depressione però è vero che alcuni cibi, grazie ai loro componenti, possono aiutare a sollevare l’umore. Ciò che invece va evitato con decisione è di attenersi al detto che recita “mangia che ti passa”. Il cibo è spesso compensatorio e viene utilizzato per combattere momenti di malumore o tristezza ma non sempre ciò è corretto. La fame da stress che ci porta a mangiare indipendentemente da un bisogno reale dell’organismo è un nemico della salute che deve essere combattuto sin da quando si affaccia nella nostra vita.

Vediamo quali sono i cibi che possono avere un lieve effetto benefico sull’umore, pur non potendo sostituire terapie farmacologiche mirate.

1. Il cioccolato

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Lo sappiamo tutti che il cioccolato mette buonumore e adesso abbiamo anche le basi scientifiche per affermarlo. Una “cura” di 40 grammi di cioccolato fondente al giorno per due settimane diminuisce il livello degli ormoni dello stress, e soprattutto del cortisolo. E’ importante però che sia cioccolato fondente perché è quello che mantiene più inalterati i principi nutritivi del cacao.

2. I carboidrati

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I carboidrati hanno il potere di migliorare lo stato d’animo perché favoriscono la produzione di serotonina: una sostanza chimica che è sempre alla base delle sensazioni piacevoli. Tra l’altro, la scienza ha pesanti dubbi sul fatto che i carboidrati siano così coinvolti nell’ingrassamento.

3. Cibo integrale

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Uno studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry e che ha interessato un campione di 3500 persone ha rivelato che chi assumeva regolarmente cibi integrali era meno soggetto a forme depressive rispetto a chi aveva un’alimentazione più grassa.

4. Frutta e verdure

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Alcune verdure, soprattutto quella a foglia verde scura, hanno influenza su neurotrasmettitori legati al miglioramento dell’umore. Stesso effetto hanno gli agrumi ed alcuni legumi, soprattutto i fagioli.

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